Una riflessione sul circo con animali

In questi giorni è arrivato nella città di Ferrara l’ennesimo Circo che ha al seguito animali sia esotici che non (coccodrilli, bisonti, cavalli, tigri bianche, addirittura un ippopotamo).

Ci rattrista e ci indigna molto vedere come ancora oggi, nel 2023, sia permesso dalle istituzioni lo sfruttamento e l’utilizzo di animali per l’intrattenimento delle persone, nonostante evidenze scientifiche dimostrino le tantissime criticità che la vita all’interno dei circhi comporta agli animali detenuti.

Nel 2016 il professore onorario e docente della Scuola di Scienze Biologiche dell’Università di Bristol, Steven Harris, ha pubblicato “The welfare of wild animals in circuses” (“Il benessere degli animali esotici nei circhi”)dove dichiara che “la vita nei circhi non può garantire agli animali selvatici ed esotici il soddisfacimento dei livelli minimi di benessere”, infatti questi animali vivono la loro intera esistenza in condizioni di prigionia che li porta a sviluppare disturbi pisco-fisici costanti; aggiunge anche che “ la vita degli animali nei circhi non può considerarsi né una buona vita, né una vita degna di essere vissuta”.

Anche la Federazione dei Veterinari Europei (FVE) già nel 2015 e la Federazione degli Ordini Veterinari Italiani (FNOVI) nel 2019, hanno preso le distanze dai circhi che utilizzano gli animali nei loro spettacoli dichiarando che l’utilizzo dei mammiferi esotici (come elefanti, tigri, leoni) non soddisfa le loro esigenze fisiologiche, mentali e sociali, in quanto questi animali, anche se nati e vissuti in cattività da generazioni hanno lo stesso patrimonio genetico dei loro simili che vivono liberi in natura, e quindi “mantengono gli stessi comportamenti istintivi e bisogni naturali”.

Un’altra criticità nell’utilizzo degli animali nei circhi riguarda il forte rischio di incidenti che portano al ferimento (e a volte anche alla morte) sia delle persone che lavorano all’interno del circo, sia degli animali stessi.

Ricordiamo tutti la giraffa scappata dal Circo Orfei a Imola nel 2012, poi deceduta dopo esser stata sedata per catturarla, o dell’elefante fuggito sempre da un Circo Orfei a Messina nel 2021, invece di poche settimane fa la fuga di un elefante ed una giraffa dagli studios di Cinecittà, utilizzati per le riprese cinematografiche, ma questi sono solo esempi, fatti di questo tipo sono molto più frequenti.

Gli animali detenuti nei circhi, vista la pericolosità delle molte specie utilizzate, la precarietà degli alloggi e delle recinzioni in cui sono detenuti, le modalità di addestramento e l’elevata vicinanza alle persone durante le esibizioni, rappresentano una minaccia per la sicurezza pubblica.

In Europa, infatti, dal 1995 al 2019 si sono registrati 478 incidenti provocati da 889 animali selvatici; il numero più alto di incidenti è stato registrato in Germania (202 casi), seguita da Francia (85) e Italia (44), paesi che non hanno ancora vietato l’utilizzo di animali nei circhi.

Recentemente anche psicologi e psicoterapeuti hanno espresso preoccupazione sul piano pedagogico, formativo e psicologico della frequentazione da parte dei bambini di circhi, zoo ed eventi in cui vengono impiegati gli animali per intrattenimento; Questa preoccupazione è confermata anche da uno studio realizzato da Eurogroup for Animals, che dichiara che l’ utilizzo di animali nei circhi “può avere un impatto negativo sulla percezione del pubblico degli animali selvatici (soprattutto per i bambini), poiché lo spettacolo sollecita gioia e divertimento guardando gli animali che si comportano in modo innaturale, stressati e che vivono in piccoli alloggi, provando disagio e subendo severe punizioni in caso di errori durante le performance”.

Purtroppo la legge italiana in merito alla regolamentazione dell’utilizzo degli animali nei circhi per il momento rimane ferma al 1968 (Legge n.337 del 1968 “Disposizioni sui circhi equestri e sullo spettacolo viaggiante”); la costrizione di animali (spesso esotici e in via di estinzione) ad esibirsi in spettacoli per un pubblico pagante, a vivere in condizioni contrarie alla loro natura e a subire punizioni fisiche e psicologiche per imparare ad esibirsi non è stato considerato sufficiente per apportare modifiche alla legge 337 fino al 2022, quando è stata approvata definitivamente dalla Camera la nuova legge delega in materia di spettacolo. 

A questa nuova legge, però avrebbe dovuto seguire entro il 18 maggio 2023 il Decreto Legislativo attuativo del Ministero della Cultura che avrebbe gradualmente messo al bando le esibizioni degli animali; purtroppo a causa dell’approvazione da parte del Senato del Disegno di Legge “Milleproroghe”, la scadenza per presentare il Decreto attuativo è slittata a 18 agosto 2024.

Quindi per un altro anno gli animali potranno essere sfruttati a scopo ludico rifacendosi ad una normativa obsoleta e anacronistica, che non dimostra per nulla la civiltà del nostro Paese.

Ci auguriamo che le istituzioni (compresi i Comuni) inizino a prendere posizioni forti rispetto a questo argomento, riconoscendo finalmente il diritto degli animali a non essere sfruttati, ad essere rispettati come esseri viventi senzienti dotati di una sviluppata sfera psicologica ed emotiva.

Invitiamo i cittadini della città di Ferrara (e non solo) a non incentivare questa visione barbara e anacronistica degli animali, è solo non finanziando più questo sfruttamento che lo si piò far terminare.

La sofferenza dell’altro non deve essere mai tollerata, tanto meno deve essere oggetto di divertimento.

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